lunedì, gennaio 15, 2007

Magic Pack-All Fin, le interviste del dopo-gara
CREMONA. Annalisa Guerrini è sconfortata: "Fatica in attacco? Non solo –risponde la centrale e capitano dell’All Fin- troviamo un fondamentale che si andato bene. Non abbiamo battuto bene. Forse la ricezione è stata grossomodo nella norma, ma il resto zero. Purtroppo ci capitano queste prestazioni altalenanti. Domenica scorsa una bella partita e stavolta così. Non so se è la maledizione della trasferta. Loro hanno un buon gioco e si sapeva, ma noi non abbiamo fatto niente per contenerle: anzi, abbiamo reso loro la vita facile. Se prendono velocità e sicurezza sono difficili da tenere. Diciamo che hanno fatto il gioco che dovevamo fare noi. Sul 20-15 per noi si è spenta la luce. C’è da rivedere bene tutto il possibile e da essere più concentrate, perché non è possibile offrire delle prestazioni del genere".
Lucia Bacchi, ex San Giorgio e Curtatone e faro della Magic Pack, ha rischiato di rimanere a letto: "Per noi era una partita importantissima dopo una settimana sfortunata con le influenze. Io stessa ieri (sabato, ndr) avevo 39° di febbre. Volevamo vincere, anche perché davanti al nostro pubblico non avevamo mai vinto una partita da 3 punti. Ci è andata bene: abbiamo battuto bene, ricevuto meglio del solito e giocato al centro molto più di quello che facciamo normalmente. La tattica era di contenerle a muro e difendere, non di murare necessariamente a punto: alla fine questa scelta ha pagato. Le abbiamo stancate a forza di difenderle. Sono troppo contenta, adesso torno sotto il mio piumone".
Davide Zanichelli vede tutto negativo: "Cos’è andato bisogna ancora trovarlo, cosa non è andato: tutto. D’accordo –concede il coach- nel terzo set eravamo avanti, però bisogna vedere quanto di buono abbiamo fatto noi e quanto ci hanno regalato loro. Il primo set è iniziato bene e riuscivamo a mettere in pratica le situazioni di gioco preparate. Poi la partita è girata totalmente a causa di quei 2-3 errori commessi che abbiamo pagato soprattutto a livello mentale. Partite così succedono. Progressivamente si è spenta la luce, è un match difficile da decifrare. Avevo chiesto di mantenere la concentrazione per non farle entrare in partita o gasarsi. Invece, vuoi per bravura altrui, vuoi per demerito nostro, su alcuni palloni di recupero si sono gasate prendendo fiducia e coraggio. A quel punto la partita è diventata difficile da interpretare. Il rammarico più grosso è che quando ciò succede (e può succedere, altrimenti si vincerebbe sempre) nei primi due set, il terzo è doveroso cercare ostinatamente di incamerarlo. Un po’ per calo loro, un po’ perché ci dobbiamo credere noi, dovevamo riprendere a giocare per girare la partita. Sul 20-15 nel terzo set, sinceramente pensavo che il parziale fosse nostro e ho inserito Ripamonti al posto di Vindevoghel per dare più stabilità dietro. Ma mi sono trovato a non avere più cambi davanti se non Goranova, che non ho rischiato. Avrei avuto bisogno di un altro cambio, ma non ce l’avevo più. Poi abbiamo subìto quel break impressionante". Il parziale di 10-0 è avvenuto con Cibele al servizio, ma chi c’era in posto 1 è ritenuto casuale: "Ha battuto in salto piazzato facile o corto con elevate percentuali nostre di ricezione. Laddove non abbiamo ricevuto è demerito nostro, laddove abbiamo costruito e subìto murate è demerito nostro uguale. Dobbiamo solo recitare il mea culpa. Abbiamo fatto pochi muri? Muri punto è vero –osserva l’allenatore- in contenimento qualcosa abbiamo preso, ma non siamo stati bravi nel contrattacco. Nelle soluzioni di muro adottate da loro, invece, noi abbiamo tirato dritto per dritto. Questa pecca va divisa al 50% fra l’attaccante e il pallone che non arriva pulito dalle mani dell’alzatrice".

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