mercoledì, novembre 16, 2005

Abrasix in auge
VOLTA MANTOVANA. Allacciarsi le cinture, la capolista sta decollando. L’imbattuta Abrasix capeggia la graduatoria con due punti di vantaggio sul Cadelbosco, che da terzo che era sabato pomeriggio, è salito al posto d’onore in virtù della sconfitta del Forlì. Le collinari hanno avuto vita facile sul campo del fanalino di coda Baricella. Questo a giochi fatti, ma prima del match era lecito temere qualche insidia. *Sono quelle partite che io personalmente non vorrei mai giocare –confida Mi-Na Kim- non per un discorso di stimoli (questi ci sono sempre), quanto perché mentalmente sono più difficili da affrontare di uno scontro diretto. Però ne capitano un paio o poco più in tutto il campionato e bisogna sforzarsi di affrontarle. Il loro punto di forza era la difesa e infatti hanno difeso tantissimo. Ne siamo uscite bene, stando lì con la testa. Nel primo set hanno recuperato fino al 23-23 per demeriti nostri: è stata una momentanea mancanza di concentrazione. Il ritmo era lento, in allenamento viaggiamo più intensamente. Anche la palestra buia e i palloni diversi hanno influito. Noi usiamo i Mikasa, loro i Molten*. La faccenda dei palloni in serie B si trascina da tempo. Le società sono libere di scegliere e per fortuna che sono stati aboliti i Gala. *Io da palleggiatore la subisco –chiosa la giocatrice- si dovrebbe giocare tutti con lo stesso pallone. Mi sembra che i Mikasa siano quelli ufficiali, allora gli arbitri dovrebbero far giocare solo con quelli. E’ una battuta, ovvio, non me ne intendo di queste cose. Il tessuto e la grandezza sono diversi, ma non si perdono le partite per i palloni, ci si adatta*. Chi non si è adattato a mettersi in riga è il Lodi. Dopo l’eslusione dall’A2 della scorsa stagione, il sodalizio di Du Chène de Vère ha rinunciato per due volte a scendere in campo per esiguo numero di atlete (sette in rosa, due infortunate) ed è stato escluso dall’altro girone di B1. Mi-Na questa storia l’ha vissuta sulla propria pelle. *Sinceramente per le ragazze speravo che non succedesse quello che è successo a me. Vedremo cosa farà la Federazione, se permetterà loro di giocare in B1 o le costringerà alla B2. Io in tre mesi non ho mai capito se tal presidente ci tenesse alla pallavolo o fosse solo un’operazione di marketing personale. Difficile è stato potermi solo allenare ad Ozzano. L’allenatore e le compagne mi hanno aiutato. Giocavo in amichevole e anche se si sono persi tre punti proprio a Volta per avermi schierata con tesseramento non regolare, non hanno fatto una piega e mi hanno fatto sempre sentire parte della squadra*.

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