mercoledì, dicembre 12, 2007

Racmet in ripresa. Fattori: "Punto guadagnato"
MANTOVA. La Raccorderie Metalliche intravede la luce in fondo al tunnel. Contro i Lupi ha mosso la classifica e ritrovato smalto. Sul suo cammino si profila un altro match casalingo, sebbene di mura amiche al PalaBam non si possa proprio parlare. Il freddo disturba anche gli allenamenti.
Il presidente Paolo Fattori è soddisfatto del gioco palesato al cospetto di un’avversaria di spessore e parla di punto guadagnato: “Domenica abbiamo incontrato forse la miglior squadra vista in queste undici partite – esordisce il patron -. Con noi erano al completo, mentre nelle gare precedenti erano privi dell’opposto e di un’ala. Santacroce l’anno scorso ha giocato la finale per l’A1 e anche quest’anno finirà fra le prime quattro. La colloco un gradino sotto Vibo e Verona. Incamerare un punto contro una squadra così è un passo importante. Non solo, abbiamo disputato una buonissima gara e ho rivisto giocare i ragazzi come tempo addietro, quando abbiamo riportato quattro vittorie. Se penso a come avevamo giocato ad Avellino e Isernia, non posso che dire che abbiamo ritrovato una qualità di gioco valida, soprattutto se rapportata al valore dell’avversario. Ci manca qualche punto in classifica, ma il campionato è lungo. Bisognerebbe chiudere l’andata fra i 16 e i 18 per giocarci la salvezza al ritorno”. Domenica arriva il Loreto: “Mi aspetto quantomeno di confermarci sui livelli del match con Santacroce. Loro attualmente sono quarti, ma secondo me sono un po’ meno forti dei toscani. Possiamo aspirare a qualcosa in più”.
Il mosaico della Raccorderie Metalliche ha finalmente beneficiato di un restauro, ricomponendosi di tutti i pezzi pregiati che a turno si erano staccati. Fattori si rallegra: “Stiamo fisicamente bene e, con il rientro di Hietanen dalla Nazionale finlandese e con Sbrolla che riesce ad allenarsi con continuità, abbiamo tutte le armi a disposizione e diverse soluzioni. Finora – rimarca - non ci era mai successo di avere tutti gli elementi della rosa abili e arruolati. Il nostro problema è la continuità – prosegue - derivante dalla possibilità di scendere in campo con gli stessi 7 giocatori. Fra infortuni e qualificazioni olimpiche, non ci siamo mai potuti allenare al completo e schierare un sestetto fisso per più di 20 giorni. E lo stiamo pagando: facciamo fatica a creare i giusti meccanismi e ad improntare un’identità di squadra con un sistema di gioco collaudato. A volte basta uno sguardo in campo per mettere le cose a posto”.

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