mercoledì, marzo 09, 2011

A2 Sustenium, la Canadiens poteva fare meglio
MANTOVA. La Canadiens si lecca le ferite dopo aver sognato di sgambettare anche la quarta forza del campionato di A2 Sustenium. Invece il Città di Castello ha lasciato solo le briciole e il Top Team resta terzultimo a -10 dall’Isernia. Ai playout ormai non ci si sottrarrà, sebbene coach Totire ci voglia pensare poco: "Io con Ravenna conto di far punti domenica prossima, poi avremo tre scontri diretti. Fin che la matematica non ci condanna, io ci credo sempre. Resta il fatto che c’è da guadagnare la posizione migliore. Sarebbe importante evitare Pineto e arrivare davanti a Perugia permetterebbe di giocare in casa la bella".
Michele Totire sperava nel colpaccio: "Si è trattato anche di una questione di atteggiamento. Domenica mattina, dopo che abbiamo saputo che Isernia aveva vinto 3-0 a Perugia nell’anticipo, sentivo i ragazzi dire che non ce l’avremmo fatta a recuperare e questo non mi è piaciuto. Loro hanno fatto la partita che avremmo dovuto fare noi. Col Segrate avevamo gestito bene gli errori. Poi – ammette l’allenatore - quando hai un 'animale' come Nemec che va in battuta e ti gira set e partita, capisco che possa essere demotivante. Ho un po’ di rammarico per il primo set, perso dopo un grande recupero. Poi, se non avessimo subìto quel turno di battuta dello slovacco, mantenendo il buon cambio palla, probabilmente avremmo potuto vincere il terzo set e poi vedere cosa succedeva. Ci è mancato l’attacco, a causa della serata non felice della diagonale alzatore-opposto. La pallavolo è un gioco semplice: senza la diagonale non si va lontano. Poi ci sta che Miraglia subisca dei muri, però non aveva la cattiveria necessaria". C’era la possibilità di rientrare anche dall’11-17? "Onestamente sì, perché la partita tatticamente era preparata abbastanza bene. Quando abbiamo provato a metterli in difficoltà compiendo certe scelte a muro, abbiamo toccato e difeso. Il problema è che dovevamo mettere a terra le occasioni avute in contrattacco e non dovevamo far arrivare la palla a Rosalba, il più pericoloso del Castello. Però è chiaro che quando subisci un filotto di 10 punti, è dura restare lucidi. Quando riuscivamo a ricevere benino, attaccavamo fuori".

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