sabato, aprile 02, 2005

Decisione arbitraria
Non è ancora morto e già gli fanno il funerale. A parte questo, la decisione di sospendere ogni attività sportiva italiana per l’aggravarsi delle condizioni del Papa è agghiacciante, assolutamente arbitraria e solo in Italia poteva accadere. Per sensibilità, dicono alcuni. Ma la sensibilità di chi? Ognuno deve esser lasciato libero di esprimere la propria (o meno) religiosità: questa è la vera sensibilità. Imporre uno stop così perentorio e brutale a professionisti che hanno lavorato tutta settimana per preparare la partita, alle società che hanno prenotato alberghi per le trasferte e alle Federazioni e ai Comitati che hanno pianificato l’attività per parecchio tempo a venire, è veramente assurda. Essere cattolici non significa non poter giocare oggi e domani. Ma quando morirà cosa faremo? Ci chiuderemo in casa? Massimo rispetto per una persona anziana che soffre e che è in fin di vita (come del resto nel mondo ce ne sono tante), ma si deve fermare il mondo? Non c’è bisogno di essere laici, anticlericali o mangiapreti (questi sono solo luoghi comuni), basterebbe far prevalere il buon senso. Cosa che in Italia non esiste. Profondamente ingiusto è secondo me quello che sta succedendo. I giornali, le televisioni e le radio non parlano d’altro (e sopportiamoli pure), ma perché fermare lo sport? Perché fermare la vita quotidiana di milioni di persone? Lo sport è un gioco, è uno spettacolo e in questo contesto di semi-lutto va fermato: anche questa è bella. Lo sport è un lavoro per tanti e anche un divertimento, certo, non lo nega nessuno. Ma cosa c’entra il Papa con il lavoro e il divertimento altrui? Cosa c’entra il Papa con la vita di tutti i giorni? Chi vuole spendere questo week-end in preghiera è liberissimo di farlo, chi non intende spenderlo così e vuole vivere normalmente non può essere obbligato ad uno stop da uno Stato (e dal Coni, sua emanazione sportiva) che si dichiara laico, ma laico non è.

Ci poteva stare ciò che aveva stabilito la Federazione Pallavolo prima della comunicazione della sospensione. Ecco il testo.
In questo momento di commozione e di estrema ansia e dolore per le condizioni del PAPA GIOVANNI PAOLO II, tutto il mondo dello sport italiano si sente in dovere di manifestare i propri sentimenti di amore verso la sofferenza di questo uomo divino, che con il suo esempio ha indicato la sola strada possibile per la convivenza dei popoli della terra: L'AMORE!
Il CONI e le Federazioni Sportive Nazionali vogliono fortemente questo segnale d'amore, con il coinvolgimento delle genti sportive. Il Presidente Carlo Magri, aderendo alle direttive del Presidente del CONI Giovanni Petrucci, invita tutte le strutture Centrali e Periferiche a seguire quanto di seguito indicato:
- nel malaugurato caso di lutto per la dipartita del Santo Padre, anche qualche minuto prima delle gare, le stesse gare vanno rinviate e quindi non giocate;
- nel caso, altrettanto malaugurato, di lutto per il decesso del Santo Padre durante lo svolgimento delle gare, gli arbitri dovranno far rispettare un minuto di silenzio nel set in corso, al momento del recepimento della triste notizia, che lo Speaker, ove presente, dovrà annunciare;
- nell'auspicato caso che quanto sopra non avvenga, le gare avranno regolarmente inizio, rispettando la direttiva CONI sottoriportata della pausa di meditazione e preghiera, aggiungendo che la stessa sia preannunciata dallo Speaker, ove presente, con l'invito diretto da parte dei
due Capitani rivolto al pubblico attraverso il microfono.
Un cordiale saluto.Benito Montesi Responsabile Settore Arbitrale

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