lunedì, aprile 21, 2008

All Fin nella fossa, bisogna risalire
VOLTA MANTOVANA. Aleggiano i fantasmi nel castello dell’All Fin, che ha smesso da tempo di essere incantato e abitato da personaggi fiabeschi.
Si può dire che la partita fra All Fin e Cremona sia iniziata veramente solo nel terzo set, poiché in precedenza il Volta, pur sostenuto dai tifosi, ha stupito in negativo. Superiore la percentuale dell’All Fin in ricezione (76% contro 67%), inferiore in attacco (37%-41%). Zamora Gil è la top scorer con 20 punti (42% su 45 palloni), seguita da Vindevoghel con 19 (37% su 38, 4 muri) e Bragaglia con 14 (43% su 21, 3 muri). La baby Ambra Cavalletti era in tribuna influenzata.
Antonella Bragaglia vorrebbe piangere: “Ci sono troppe cose che non vanno, ci sarebbero da fare mille retrospettive”. Però non c’è tanto tempo. “Infatti – concorda la centrale – non è che sia andato tutto male. Ci sono tre situazioni che noi eseguiamo molto male. In attacco non siamo determinanti e nel sistema muro-difesa siamo nulle. Alla lunga è pesante, se poi ci mettiamo la ricezione che ogni tanto va in affanno è dura. Giochiamo a momenti, purtroppo, e il problema è che non difendiamo. Senza difendere, la palla decisiva non ce l’avremo mai. Tutti gli altri sembra che difendino il triplo, mentre noi facciamo fatica”. Dopo i primi due set persi in modo simile, nel terzo l’All Fin si è ripresa. Dichiara l’ex azzurra: “Loro si sono fatte un po’ travolgere e noi abbiamo giocato nettamente meglio. Peccato per il quarto set, che potevamo incamerare tranquillamente, magari tirando di più. Il guaio è che nel punto a punto pecchiamo in difesa, non riusciamo a tirar fuori qualcosa nelle fasi importanti, come un muro o un ace. Al contrario, li subiamo; ciò è brutto e destabilizza parecchio la nostra tranquillità. Non abbiamo saputo gestire il vantaggio nel quarto set. Quando ci fanno tre punti, poi ci viene l’acqua alla gola perché fondamentalmente conosciamo le nostre carenze. Peccato, abbiamo buttato via tanto”. Bragaglia comunque non demorde e con la sua riconosciuta grinta suona la carica per gara 2: “Incrociamo le dita, stringiamo i denti e andiamo avanti. Mercoledì a Cremona possiamo vincere, come loro hanno vinto qui. Là in campionato ci siamo già imposte. Dobbiamo avere volontà e determinazione per crederci e lottare”.
“Cos’è successo? Semplicemente non abbiamo giocato a pallavolo – sentenzia un allibito Daniele Rampazzo – e il perché non lo so. O meglio, ci sarebbero tante spiegazioni, alcune le conosco, altre no. Certi aspetti si possono risolvere, gli altri bisona cercare di celarli. I problemi sono stati tutti nel nostro campo. Cremona ha giocato la sua partita, come ci aspettavamo, anzi forse qualcosa meno. Noi invece siamo stati inguardabili”. L’allenatore entra nel merito tecnico-tattico: “Nei primi due set non abbiamo giocato, battendo in modo allucinante: facile e quasi sempre sul libero o sulle persone su cui non dovevamo battere. Nella prima frazione la Marinelli ha ricevuto una palla: significa che loro sono riusciti a evitarla, mentre noi nello stesso set alla Carocci ne abbiamo fatte ricevere 9. Non si vince o si perde per questo, sia chiaro, tuttavia è un dettaglio che fa capire tante cose. Nel terzo set abbiamo iniziato a servire meglio, poi però siamo calati nel quarto, nel quale non siamo riusciti a gestire il vantaggio. Nel punto a punto aumentano pressione e tensione in campo e si commettono errori: non si ragiona più in attacco, si vuole chiudere in fretta il punto ed è sbagliato, poiché la Magic Pack è una squadra molto buona a muro e bisogna avere pazienza. In quei pochi momenti in cui l’abbiamo avuta, ci siamo infatti espressi in maniera discreta. La ricezione è andata bene, direi che è stato il fondamentale migliore. Nel palazzetto di Montichiari ci eravamo allenati un paio di volte in settimana e la ricezione era un disastro, invece in partita ha retto bene. Quindi – insiste il coach - sulla carta avevamo una situazione facilitata; il punto dolente arriva dopo, nella costruzione e nell’attacco”. Domenica scorsa in palio non c’era niente e le ragazze hanno viaggiato sul velluto, quando invece la storia si complica, inviano all’esterno messaggi di paura di giocare. Afferma Rampazzo: “L’atteggiamento mentale deve essere aggressivo, occorre andare a prendere i palloni con il coltello fra i denti. Invece da noi si alza la mano per accusarsi dello sbaglio, ma non serve a niente. Proviamo ad andare a vincere a Cremona – conclude sospirando - tanto questa partita era fuori casa anche per noi, poco cambia”.

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