Burro, sollievo per il sorpasso sul Genova
Brilla il primo posto del Burro Virgilio. Del domani non c’è certezza, il campionato va assaporato giornata per giornata. “Potevamo finire a -5 dal Genova, siamo a +1”, ragiona Lorenzo Tubertini, senza farsi prendere dalla vertigine. “Il vantaggio è irrisorio, tutto può accadere. A chiacchiere è facile, ma bisogna far parlare i fatti”. Da qui al 6 maggio ne vedremo delle belle, tra Burro e Genova che si prendono a sportellate. Più difficile ipotizzare, al momento, un ritorno di fiamma di Bedizzole, Cantù, Biella o Lavagna. La vetta, per loro, si sta allontanando. Il Burro è quindi con un piede e mezzo nei playoff, epilogo da vivere intensamente magari con un pubblico attrettanto numeroso e partecipe come quello di domenica scorsa al PalaBam. L’impresa non basta, va innaffiata con altri risultati a partire dalla trasferta di Bedizzole, che il Burro affronterà senza Andrea Frosini, infortunatosi in battuta sul 22-22 del quarto set. L’opposto si è sottoposto a radiografie alla caviglia che hanno escluso complicazioni a livello osseo: fortunatamente niente fratture anche se l’incidente – considerato anche quel che gli accadde a Melegnano e, un altro precedente che risale ai tempi della Kerakoll Modena – a prima vista poteva autorizzare a pensar male. Dal punto di vista legamentoso, occorre attendere ulteriori controlli: tra domani e giovedì si saprà qualcosa di preciso anche se per Frosini si prefigura uno stop minimo di 10-12 giorni. Ma è stato confortante vedere il giocatore, seppur sorretto a braccia dai dirigenti Melli e Ceccardi, ritirare personalmente il magnum di spumante offertogli in premio a fine gara.Burro Virgilio-Igo Genova: tanti errori, ma anche tante emozioni. Il divertimento, infortunio di Frosini a parte, non è mancato. E i rossoblù possono guardare al futuro con rinnovate speranze. “Essere dentro i playoff non è una cosa da poco”, commenta Tubertini. “All’inizio della stagione non lo davo per scontato, c’erano troppe squadre forti. Abbiamo fatto un buon lavoro, che è passato attraverso alcune tappe complicate, come il binomio tra i palleggiatori e la difficoltà di trovare un assetto”. Battere Genova è una presa di coscienza, uno scacco ai dubbi, un colpo di teatro dopo un set che ha fatto temere il peggio. “Siamo partiti nervosi, la tensione si è avvertita”. L’ha pagata soprattutto De Marco, rimpiazzato da Quartarone, prima occasionalmente, poi in pianta stabile. Il siciliano si è meglio inserito nel clima agonistico. Il Genova ha puntato tutto su Muzio, ma quando la vena dell’opposto si è esaurita, la strada si è fatta in discesa per il Top Team. “I loro attaccanti erano un po’ in difficoltà col nostro muro – spiefa Tubertini – Si sono appoggiati spesso sull’opposto. Se Muzio avesse continuato sui ritmi iniziali sarebbe stato da serie A, non da B1. E infatti è stata inevitabile una flessione: siamo riusciti a prendergli le misure. Il nostro muro è andato molto bene. Buona la ricezione, buon cambio palla. In fase punto non siamo incisivi come loro. Ma abbiamo vinto, essere primi o secondi a mio avviso non cambia molto, sotto il profilo psicologico. Dobbiamo pensare sempre e solo a vincere, anche al tie-break. Sono contento per gli spettatori: ci aspettavano con trombe e bandiere. Mi auguro di rivederli tutti nei playoff”.
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