martedì, gennaio 31, 2006

Burro alla Final Four: la gioia di Modnicki
MANTOVA. Felicità. Il Burro Virgilio consegna agli annali la seconda qualificazione in tre stagioni alla Final Four. Il pass per l’atto finale rientrava negli obiettivi dichiarati, ma in questa lista virtuale c’è di più: in primavera la compagine mantovana punterà a vincere il trofeo sfuggitole due anni fa a Roseto degli Abruzzi, dove si classificò al terzo posto. La rosa ampia glielo permette.
Il giorno dopo le fatiche di Coppa, è la gioia a prevalere. David Modnicki ripercorre l’intensa giornata: "Giocare la mattina alle 11 è stata dura. Inoltre, non ci è stato detto che la partita si sarebbe giocata con i Mikasa (l’annosa assenza di regole sui palloni regnante in serie B, ndr) e noi il giorno precedente ci eravamo allenati con i Molten. Dopo due set abbiamo commesso qualche errore di troppo. Il Cantù è arrivato in fretta e furia senza aver niente da perdere e di conseguenza ha giocato in modo spavaldo. Appena noi abbiamo mollato, loro ci hanno ripreso. Secondo me nel tie-break li abbiamo messi al tappeto grazie ai muri e agli attacchi di noi centrali. Siamo stati bravi". Mentre il Burro Virgilio chiudeva una partita che ha scavalcato le due ore di gioco e aveva appena il tempo di pranzare sul tardi e di riposare un’oretta, i padroni di casa del Lavagna, forti del rapido 3-0 inflitto al malcapitato Melegnano (unico team a non essersi recato in Liguria il giorno prima e quindi sottoposto a notevole levataccia), si preparavano in cuor loro a fare un solo boccone degli stremati avversari. "Nella seconda partita –prosegue il giocatore- eravamo stanchi ma determinati. Si temeva il calo fisico, ma siamo riusciti a distribuire bene la forze: è andata bene e ci siamo espressi su buoni livelli. Le nostre armi vincenti sono state la battuta e Frosini. Li abbiamo messi in difficoltà perché ricevevano staccati da rete e li abbiamo costretti a qualche errore. Frosio, squalificato nella prima partita, era ovviamente più fresco e ha impresso al match un cambio di marcia". Il tiramolla canturino sulla loro presenza o assenza vi ha in qualche modo condizionato? "Le voci sono indubbiamente girate. Vengono. Non vengono. La neve. Partono. Da parte nostra sarebbe stato bello se non fossero venuti: avremmo dormito di più la mattina. Ma io pensavo che dato che si erano qualificati avrebbero fatto il possibile per esserci e infatti così è stato. Non solo, hanno anche provato a vincere". Preferenze sulla sede della Final Four? "No. Per me non fa differenza dove si giocherà". Appena il tempo di esultare e subito il calendario propone lo scontro al vertice con l’Olimpia Bergamo: "Sapevamo che eravamo attesi da un mese e mezzo di tour de force; dobbiamo essere pronti. In questo periodo si deciderà più o meno tutto".

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