lunedì, gennaio 04, 2010

Canadiens, Totire spiega i cambi
MANTOVA. Nessun exploit per la Canadiens al cospetto della vice-capolista Roma. E’ vero che non sono questi i match da vincere per l’ultima in classifica alla disperata ricerca della salvezza, però la conquista di almeno un set avrebbe risollevato il morale infondendo maggiore fiducia in vista dello spareggio di domani a Città di Castello. Il Top Team stava conducendo il secondo parziale di 4 punti, ma ne ha perso le redini sul 19-18, nonostante i 13 errori punto avversari nel set, superiori a quelli commessi nel primo e nel terzo sommati (8+4). Sono nel complesso 29, invece, gli errori punto dei virgiliani, carenti in particolare a muro (pochi i 3 block contro i 10 dei romani). La battuta ha fruttato 4 ace a 2, ma i 17 sbagli (16 per i capitolini) sono giunti spesso in fasi dove, ottenuto faticosamente un cambio palla, si doveva insistere nella continuità. Benito ha attaccato 18 palloni con il 61%. Bene Rossi e Leonardi, quando sono stati serviti: 3 su 4 il primo, addirittura 7 su 7 il secondo.
Partito con una formazione, Michele Totire ne ha cambiato in corsa quattro settimi; Antonov, tuttavia, forse non era fisicamente pronto e ha steccato l’opportunità. Il coach spiega: “Cambiare l’inerzia del match era difficile, ma dopo il primo set ho pensato di provare le varie soluzioni che possiamo adottare con una rosa di 12 elementi. Ho avuto buone risposte da Botto, Jacobsen e Leonardi. Miraglia sabato notte è stato male – rivela l’allenatore - e il suo rendimento è stato scarso anche a causa di ciò”. Il tecnico lancia messaggi: “Siamo una squadra che ha bisogno di 12 giocatori. Chi invece non ha avuto l’umiltà di mettersi a disposizione della squadra, ora sarà più attento a giocarsi il posto. Mi fa rabbia che per ottenere qualcosa li debba punire. Non deve essere così, soprattutto per giocatori come loro. Non voglio essere costretto a mettere seduto un atleta importante per avere da lui il rendimento che invece dovrebbe darmi sempre”. L’ingresso di Jacobsen ha prodotto un gioco maggiore al centro. “Vero – concorda il mister - è una di quelle prove che avevo pensato di fare. Lui era più rilassato rispetto a Sbrolla”. Totire è rammaricato: “Ci volevamo divertire in casa, invece i ragazzi erano tesi e questo mi ha dato fastidio. Abbiamo ricevuto benino, ma in attacco eravamo tesi, come se fossimo noi i secondi in classifica che dovevano vincere per forza. Cos’è successo nel secondo set? Loro si sono riorganizzati a muro e in difesa, hanno aumentato il ritmo in battuta e cambiato gioco sul cambio palla utilizzando molte pipe. Noi non eravamo pronti, ma l’occasione è persa non tanto per i 4 punti di vantaggio, quanto perché, quando una squadra dalla bella battuta come Roma sbaglia, dovresti cogliere l’attimo e addentare il pallone. Invece noi non lo facciamo”.

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