mercoledì, ottobre 26, 2005

La Piacentina deve assolutamente risollevarsi
VIADANA. Le immagini che in questo scorcio di stagione si stanno proiettando sugli schermi della Piacentina sono quelle di un brutto film. La Coppa è stata archiviata con parecchie oscillazioni di rendimento. In campionato dopo la sconfitta a San Miniato Basso è arrivato il ko interno per mano del Villa d’Oro. Viadana è l’unica équipe del girone a non aver incamerato nemmeno un set in due gare. L’allenatore Dario Tartari vorrebbe un lieto fine dopo un inizio sottotono, ma è conscio che ci sarà da lavorare più del previsto su settori (la tecnica pura, lo stare in campo) sui quali pensava di dover intervenire poco. "La condizione è disastrosa –riconosce il coach- e non penso di esagerare. Bisogna prenderne coscienza, anche perché non è vero che peggio di così non può andare. Se non si riesce a mettere un freno si rischia di precipitare. Forse nel terzo set siamo stati meno frenetici, ma è una situazione che non mi spiego. Non ci sono motivazioni o giustificazioni che si possono addurre per capire questa tensione così elevata. Penso che faccia parte del carattere delle persone, poiché io di tensione non ne ho mai messa. I ragazzi dovranno tranquillizzarsi perché giocare con questo tipo di tensione non è possibile". Ci sono momenti in cui mette giù la palla solo Chiesa: "Ci sono momenti –aggiunge Tartari- dove non capiamo niente, lui compreso. Diventa difficile aggrapparsi a qualcosa o qualcuno. Essendo l’opposto, è chiaro che ci appoggia maggiormente a Chiesa e lui ha le qualità per mettere giù palla più spesso degli altri, ci sta. Sabato abbiamo fatto qualcosa di buono con i centrali, soprattutto con uno, anche perché c’era una situazione tattica che lo permetteva. Per il resto facciamo fatica. Non riusciamo ad aggrapparci a qualcosa di definito. Non possiamo dire: soffriamo in questo o quello ma gestiamo bene altro. Non abbiamo un fondamentale certo. Il muro funziona solo a tratti, come la difesa. Pensavo di trovare persone più pronte a stare in campo, invece non è così. Alcune ci sono state per tanti anni, ma evidentemente non bene e adesso lo stanno dimostrando. Ora dobbiamo cercare di migliorare. Carrelli di palloni? Non è solo una questione di numero di ripetizioni, ma di come stare in campo, a cosa rivolgere l’attenzione, come comportarsi e controllarsi, come dirigere le proprie energie. Al momento le energie vanno da tutte le parti tranne che nella direzione giusta".

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