lunedì, gennaio 28, 2008

L'All Fin risale sulla giostra
VOLTA MANTOVANA. Emozioni a non finire fra All Fin e Rebecchi Lupa Piacenza. Nessuna si è risparmiata e il pubblico ha mostrato di gradire distribuendo applausi scroscianti. A proposito di distribuzione, parla la regista Monica Carlesso: “Abbiamo vinto perché abbiamo giocato di squadra. Nei momenti in cui ci siamo slegate, le avversarie sono salite pericolosamente. Piacenza è una buona squadra, a maggior ragione ora con i due innesti. L’abbiamo spuntata grazie al carattere. Siamo state brave a sopperire ad alcune mancanze. Per esempio, Callegaro aveva male a un braccio. Sotto 2-1 non era facile e ci siamo interrogate su cosa poteva succedere, ma noi abbiamo le qualità per saltarcene fuori senza panico e stavolta le abbiamo sfoderate scacciando la paura”.
L’All Fin, che aveva iniziato il girone di ritorno zoppicando (anche perché già negli ultimi match dell’andata non aveva deambulato del tutto rettamente, pur vincendo), ha corretto la postura e sciorinato una prestazione più che discreta al cospetto di un’avversaria all’altezza.
Silvia Giovannelli ha offerto un’altra prova convincente: “Non c’era paura nella nostra prestazione, bensì c’erano voglia di giocarcela e tensione, viste le problematiche. Abbiamo fatto un passo falso a Roma senza guardare la classifica, perché eravamo consapevoli di non trovarci di fronte alle stesse avversarie dell’andata. Abbiamo avuto paura di sbagliare e abbiamo perso. Piacenza è una squadra che non merita l’attuale posizione. Probabilmente si è demoralizzata a inizio stagione. Per noi era uno scontro al vertice e avevamo fame di riscatto. Abbiamo forse buttato via qualcosa per nervosismo e per bravura loro. Quando si gioca punto a punto, basta un attimo per invertire le sorti. In ogni set siamo state comunque brave a rimanere attaccate alla partita ed è andata bene”.
Simili le percentuali di ricezione e attacco per All Fin e Rebecchi: 72%-43%, 70%-43%. Al netto delle battute sbagliate, le due squadre hanno commesso gli stessi 19 errori. Bragaglia ha realizzato 7 dei 14 muri totali (due in meno del Piacenza) e ha schiacciato 24 palloni. Zamora Gil ne ha avuti a disposizione 49, Conti 35, Vindevoghel 34, Giovannelli 10. Strepitoso l’attacco nel tie-break: su 15 punti, 11 sono stati ottenuti in questo fondamentale, 1 a muro e 3 derivano da sbagli piacentini.
Davide Zanichelli ritrova il sorriso: “Con Piacenza sono due punti guadagnati. All’andata forse avremmo meritato di più noi, stavolta loro. Sapevamo che sarebbe stata una lotta. Noi però dovevamo entrare in partita prima. Forse nel primo set si aggirava ancora lo spettro di domenica scorsa. Gioco contratto e errori gratuiti ci hanno condizionato. Loro sono partite a mille e noi abbiamo raddrizzato il secondo set. Nel terzo conducevamo, ma in copertura e difesa abbiamo reso male e non abbiamo fatto un break sufficiente per andar via. Sul 18-16 non abbiamo avuto un cambio palla sicuro per vincere il parziale. Ho inserito Carlesso perché Callegaro non era al 100% per un problema al gomito. Faceva fatica e non riusciva a smarcare o dare un pallone abbastanza pulito a Vindevoghel e Zamora Gil, che stavano giocando bene. C’è stata la svolta nel quarto, anche se sul finale abbiamo rischiato di buttare via anche quello. Nel tie-break è emerso il cuore e in casa siamo riusciti a fare la differenza. Con Carlesso abbiamo cambiato gli equilibri e siamo riusciti a sbloccarci dalla tensione che ci attanagliava. In questo caso direi di non guardare al punto lasciato contro una signora squadra”.
L’allenatore analizza i fondamentali: “La battuta non è il nostro punto di forza. In ricezione abbiamo tenuto sotto i colpi di servizi veramente difficili. Siamo stati abbastanza attenti, specialmente a muro. Sono mancati un po’ copertura e ricostruzione: è lì dove dobbiamo far partire il break, perché a muro tocchiamo tanto e invece in contrattacco spesso sbagliamo”.

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