lunedì, ottobre 08, 2007

All Fin, partenza coi fiocchi
VOLTA MANTOVANA. Il campionato dell’All Fin è iniziato con il piede giusto. Certo, la Virtus Roma non era un’antagonista che potesse testare le ambizioni d’alta classifica del team collinare, ma le voltesi hanno fatto il loro dovere e hanno aggiunto un’altra tappa al percorso di crescita verso i migliori automatismi. I momenti sottotono del secondo set sono stati vissuti e superati senza isterismi, riprendendo a testa bassa il ritmo vincente. Ottima prova in attacco di Vindevoghel (77% e zero errori). Notevole la positività in ricezione di Conti (80%, 60% perfetta) e Marinelli (78%).
Il gioco dell’équipe romana si è appoggiato principalmente su Giovannini (la migliore in campo delle sue) e Okaka. L’ex Club Italia tuttavia, su 33 palloni attaccati ha riportato un misero 18% di efficienza. Discreto il libero Prosperi.
Davide Zanichelli archivia con sorriso la pratica capitolina: “Non conoscevamo l’avversario, ma una volta visto era comunque inferiore; non per una critica alla Virtus, ma nel senso che il loro organico è ancora incompleto. Tutto bene, tutto perfetto. Se posso fare un appunto, perché l’allenatore deve sempre rompere un po’ le scatole, dico che ci siamo adattati al loro ritmo. Non siamo stati precisi nei fondamentali di attesa, come copertura, difesa e ricezione. Lì qualche errorino evitabile è scappato e abbiamo subìto dei punti ingenuamente. Per il resto – gongola il mister - sono emerse le nostre grosse potenzialità in attacco. In battuta, dato che le nostre caratteristiche a muro sono abbastanza forti, avevo chiesto di non prendere rischi in questa partita. Non conoscevamo bene i loro punti deboli, quindi era inutile forzare ed era inutile sbagliare. Potevamo servire più tattico o fare qualche scelta diversa. Il cambio di ritmo è avvenuto nel terzo set, anche grazie al pubblico sempre molto caloroso: abbiamo preso il volo e la differenza si è vista”.
C’è stato l’esordio in serie A di Ambra Cavalletti. “Volevo farla giocare anche nel terzo set – spiega l’allenatore – avevo già la paletta in mano, ma non ce ne è stato il tempo (parziale finito velocemente, ndr). Io non sono il tipo avezzo a dare contentini. Mi serve vedere il suo grado di capacità. La tensione in allenamento le fa bene, soprattutto in difesa. Ovvio che metterla dentro in ricezione comporta delle responsabilità e una tensione psicologica che solo in campo si può provare, quando c’è il pubblico e quando la partita conta. Queste sono le occasioni per provare come reagisce e come si comporta un giocatore, che poi si potrebbe rivelare fondamentale quando ne avremo veramente bisogno”.
Ora si gioca di nuovo a stretto giro. Dice il coach: “Questa partita non contava, il nostro campionato parte mercoledì a Piacenza. Noi dobbiamo acquistare consapevolezza e capacità di gioco secondo il nostro potenziale. Ogni tanto siamo nervosi perché dobbiamo vincere. E pensando di dover vincere senza lavorare non si ottiene niente. Bisogna invece pensare di giocare ogni partita alla morte fino all’ultima palla. Se saremo stati bravi, si vedrà alla fine. Dobbiamo stare tranquilli e giocare la nostra pallavolo senza nervosismi”.

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