mercoledì, settembre 14, 2005

Savani, il mantovano campione europeo
CASTIGLIONE DELLE STIVIERE. Ha recuperato a tempo di record da un brutto infortunio alla schiena, è stato premiato con la convocazione agli Europei e si è infilato la medaglia d’oro al collo. Cristian Savani di Castiglione delle Stiviere, mantovano di confine cresciuto pallavolisticamente nel Bresciano, ha bissato con l’Italia il titolo di Berlino di due anni fa. Allora non scese mai in campo, stavolta due apparizioni contro l’Ucraina nel girone e contro la Russia in finale. "Per me era già un successo essere lì –si entusiasma lo schiacciatore- poi è venuta questa splendida vittoria, veramente la ciliegina sulla torta. Ho giocato poco, ma avevo davanti Cisolla e Cernic che hanno disputato un bellissimo europeo. Era difficile rubargli il posto". Classe 1982, altezza 196 cm, presenze in azzurro 41, Cristian Savani non si è fatto trasportare dall’emozione quando il ct Giampaolo Montali lo ha chiamato in causa: "Non ero emozionato più di tanto. Avevo voglia di dare il mio contributo, dato che due anni fa non avevo mai giocato. Volevo ripagare Montali". Il tecnico ha riposto in lui una fiducia cieca, lasciando a casa (anzi, mandando a casa dal collegiale dopo aver operato le scelte definitive) Zlatanov: "Suppongo sia stata una scelta difficile per il ct, e infatti lo devo ringraziare per l’iniezione di fiducia. Zlati si è fatto tutta l’estate in Nazionale. Sono stato premiato per non aver mai mollato. Forse è stata una decisione in proiezione futura, o magari –scherza- come portafortuna, visto l’esito dei precedenti Europei. Per le Olimpiadi sono stato il 13° fino all’ultimo e non andare ad Atene fu per me una batosta". Savani si è infortunato in aprile: "Ho passato un mese in cui ero molto giù di morale. Non sapevo quale sarebbe stato il mio immediato futuro. Sono ripartito riuscendo a recuperare con calma, riacquistando la condizione fisica. Sul ritmo partita invece ero in difficoltà e Montali lo sapeva. Quando sono entrato in campo con la Russia penso di aver pagato proprio questo". Quanto vi ha aiutato il pubblico? "E’ stato il giocatore aggiunto, che ci ha aiutato parecchio anche nei momenti di svantaggio. Una cornice stupenda, incredibile. Appena entrati sul parquet abbiamo sentito un calore immenso, da pelle d’oca. Vincere un Europeo in casa è bellissimo. Dedico la medaglia ai miei famigliari, ai miei amici e a tutte le persone che mi sono state vicine in quei due mesi difficili dopo l’infortunio, Enzo Valdo in particolare".
Pechino è all’orizzonte? *Sì, ci penso, il sogno di ogni atleta è andare alle Olimpiadi. Ora che non ci sono più i senatori ho qualche chance in più". Cosa si apprende dai senatori? "Di loro mi ha stupito una cosa: magari si pensa che una volta arrivati si trascinino negli allenamenti per poi dare il meglio in partita. Invece mi hanno insegnato che le vittorie si ottengono dando il massimo dal primo all’ultimo allenamento". Ora si volta pagina e si pensa all’Itas: "Domani (oggi, ndr) vado a Trento per iniziare gli allenamenti".

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